Sono molti i passaggi che portano alla nascita di una merendina industriale: la scelta degli ingredienti, l’impasto, la tecnica di lievitazione, il raffreddamento fino al taglio e al confezionamento. E non arrivano solo tra le mani dei bambini, tanto che in Italia 8 merendine su 10 vengono consumate dagli adulti, il 65% durante il momento della colazione.
Dopo la scelta degli ingredienti si passa alla lievitazione. Non c’è n’è un unico tipo ma ben tre, a volte usate in combinazione: chimica, fisica e biologica. La lievitazione chimica utilizza il lievito in polvere ed è utilizzata soprattutto per le merendine a base di pasta margherita, la fisica invece nella pasta paradiso e nel pandispagna. Poi c’è la lievitazione biologica, a base di pasta acida o lievito di birra, che viene utilizzata principalmente nei croissant e nei krapfen.
Gli ingredienti vengono conservati a temperatura controllata, poi prelevati per l’impasto da macchine automatiche, che modellano anche i prodotti. Successivamente vengono infornati, raffreddati, tagliati secondo una grammatura predisposta che comparirà sull’etichetta e farciti.
Grazie al sistema di controllo HACCP durante la fase di lavorazione i prodotti passano anche sotto un metal detector, che rileva eventuali parti metalliche, ed è possibile rintracciare in ogni momento il percorso della merendina, attraverso un numero sulla confezione.